La pittoresca Isola Comacina, nel meraviglioso Lago di Como, ogni anno fa da cornice all’antica e suggestiva Sagra di San Giovanni. La sagra si festeggia il 23 ed il 24 giugno.
Fuochi d’artificio all’Isola Comacina
I protagonisti della Sagra di San Giovanni sono indiscutibilmente i fuochi d’artificio, al servizio di una storia da ricordare e rievocare. L’evento storico in questione è l’incendio che devastò l’Isola Comacina nel 1169. Per celebrarlo, la sera del 23 giugno, viene simulato con uno spettacolo pirotecnico il fuoco che distrusse l’isola. I fuochi d’artificio di San Giovanni sono così grandiosi è da illuminare la notte e il lago, punteggiato da barche e battelli, accorsi per l’occasione.
Celebrazioni
La mattina del 24 giugno, si festeggia invece San Giovanni Battista, presso la Chiesa di Sant’Eufemia di Ossuccio, frazione di Tremezzina, proprio davanti all’isola. Da qui parte il caratteristico corteo storico. Le tipiche imbarcazioni, le cosiddette “Lucie” di manzoniana memoria, vengono agghindate a festa e manovrate da rematori in abiti d’epoca. In questo modo, si trasportano le reliquie dei martiri, donate nel V secolo da Sant’Abbondio all’Isola Comacina, dove sorgeva la Basilica di Santa Eufemia.
Dopo la celebrazione eucaristica sulle vestigia della chiesa, nel pomeriggio si svolge la regata delle “Lucie” che, partendo da Ossuccio, ha il suo punto d’arrivo a Sala Comacina. La Sagra di San Giovanni si conclude presso il parco comunale di Ossuccio con danze e degustazioni.
Storia della sagra
La festa di San Giovanni è nota localmente come Sagra dei Lumaghitt. Questo termine dialettale si riferisce al lontano passato, quando non esistevano fuochi d’artificio e il lago veniva illuminato con i lumini messi nei gusci delle lumache di lago, i “lumaghitt” appunto.
L’incendio rievocato durante la sagra fu dovuto alla discordia tra Como e Milano nel XII secolo. L’Isola Comacina pagò a caro prezzo l’appoggio dato al capoluogo lombardo. Como, infatti, si alleò con Federico Barbarossa che, distrutta Milano, nel giugno del 1169 devastò l’isola con l’aiuto dei comaschi. Il Barbarossa non ebbe alcun riguardo neppure per le chiese, tanto che si procurò la scomunica da parte di Papa Alessandro III.
La violenza di quei tempi ha lasciato oggi solo ruderi delle antiche costruzioni presenti sull’Isola Comacina, avvolte in una folta vegetazione mediterranea. Non stupisce che il luogo sia soprannominato “la Pompei medioevale lariana”. Sono comunque ancora visibili resti della cripta della Basilica di Santa Eufemia, di un colonnato di epoca romana e di affreschi paleocristiani sulle pareti di un’aula absidata. Le uniche costruzioni integre presenti sull’isola sono le case degli artisti in stile razionalista e l’Oratorio di San Giovanni risalente al XVII° Secolo.
Il Campeggio ai Colli Fioriti dista solo 34 km dalla pittoresca Ossuccio. Coloro che decidono di soggiornarvi d’estate, dunque, potranno partecipare facilmente alla Sagra di San Giovanni. Il paese di Ossuccio, inoltre, merita certamente una visita. Tra le sue chiese, quella di Santa Maria Maddalena vanta uno splendido campanile gotico, simbolo del Lario. Da non perdere, poi, è il Santuario della Madonna del Soccorso. Quest’ultimo sorge in cima al Sacro Monte che, punteggiato da 14 cappelle, è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO.